La genesi di Tenuta Stella, azienda vinicola di Dolegna del Collio in provincia di Gorizia, è un esempio di passione, quella autentica, per il vino e per il territorio. Una storia che inizia nell'autunno del 2009 con un imprenditore veneto innamorato delle meravigliose terre del Collio goriziano, una splendida mezzaluna incastonata fra le Alpi Giulie ed il mar Adriatico, al confine con la Slovenia. Decide quindi di acquistare qui dei vigneti con il chiaro obiettivo di produrre vini di alta qualità - e in questa zona è tradizione, da una parte e dall'altra del confine - utilizzando solo vitigni autoctoni e improntando la produzione, praticamente fin da subito, al rispetto della filosofia biologica la cui certificazione arriva nel 2016.
Il Cavalier Sergio Stevanato si occupa di vetri per l'industria farmaceutica (tra i quali le fiale per i tanto sospirati vaccini...) e non ha le classiche origini contadine, proveniendo da una importante famiglia di vetrai veneziani, ma ha tanta passione per il vino, quello buono.
E questo lembo di terra carsica di confine è uno dei posti migliori del mondo dove ottenere dei grandi bianchi e non solo...
La scelta di base è quella di impiegare solo
vitigni che qui ci sono da sempre e da sempre vengono bene: Friulano (il Tocai dei nostri padri), Ribolla gialla, Malvasia Istriana (una varietà di Malvasia locale non aromatica) ed anche dei vitigni a bacca nera come lo Schioppettino ed il Refosco dal peduncolo rosso, che su questi terreni danno risultati sorprendenti. Vengono realizzati anche dei piccoli impianti di Pinot nero e di Chardonnay, per vini di particolare importanza. Si sceglie di utilizzare solo lieviti indigeni, quelli naturalmente presenti sulle uve, per mantenere il più possibile le caratteristiche varietali e territoriali nei vini.
L'obiettivo è fare del vino veramente buono e venderlo, almeno per pagarsi i costi, visto che gli ettari di vigna, ad oggi, sono 12 e, con la scelta di una resa bassissima di circa 40 quintali per ettaro, alla fine ne escono solo 25/30.000 bottiglie.
L'adesione alla F.I.V.I., Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, testimonia ancor di più la filosofia di rispetto e valorizzazione del territorio.
In realtà il Cavalier Stevanato la sfida l'ha già vinta! Questo è un"terroir" strepitoso:
un terreno marnoso-arenario, il "flysch" che qui chiamano "ponca", frutto delle stratificazioni millenarie dei fondali marini che conferisce ai vini finezza, mineralità, potenza e longevità;
l'altitudine perfetta per queste latitudini - 220 - 270 metri s.l.m. - che garantisce la giusta escursione termica per fissare gli aromi;
una ventilazione ideale, garantita dalla Bora e dalle altre correnti che spesso arrivano dal mare, per prevenire la sanità delle uve;
vitigni autoctoni e storici, un panorama incantevole e tanta, tanta passione!
E sempre nel solco della passione si innesta la scelta di produrre anche degli spumanti a metodo classico, con maturazione dei vini in legno e lunghi affinamenti sui lieviti, impiegando la Ribolla gialla e, per una piccolissima produzione, lo Chardonnay del "Tanni", un pregevolissimo blanc des blancs pas dosé con 60 mesi di permanenza in bottiglia.
Credo sia evidente che gli ingredienti per il successo ci sono tutti e, nei prossimi post, sarà un piacere scoprire le caratteristiche dei fantastici vini di questa "Stella" del Collio.
Ad majora semper, Cavalier Stevanato!
Bravo Fabio, bella descrizione. Continua nei tuoi racconti. Roberto